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Che programmi hai per Capodanno? 4/4

  • Psicologa Neuropsicologa Sara Ghezzer
  • 29 dic 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Festa e psicologia - Trento

Quante volte abbiamo risposto a questa domanda e quante volte l’abbiamo fatta in questi giorni?? Dopo aver festeggiato il Natale arrivano i progetti per l’ultimo dell’anno. Chi se ne va in vacanza in luoghi esotici, chi in montagna, chi organizza il cenone e chi lo passa a casa con amici e parenti.. in ogni caso, quasi per tutti si tratta di un momento per ritrovarsi con i propri cari e festeggiare.

Con l’entrata in vigore del calendario gregoriano il 15 ottobre 1582, il 31 dicembre diventa ufficialmente l’ultimo giorno dell’anno, e quindi una giornata particolare. È vero, è un giorno come gli altri, fatto di 24 ore, ma segna un passaggio, mette il punto all’anno appena passato e ci porta un nuovo inizio. Ecco perché da una parte si celebra l’anno trascorso con i successi e gli insuccessi, dall’altra ci si augura che il nuovo anno sia ricco di buone notizie e miglioramenti, non per niente anche nel menù tipico ci sono cibi che vengono considerati di buon auspicio. Un altro aspetto tipico di questa festa è la volontà di fare dei buoni propositi per l’anno che verrà. Dopo aver fatto una sorta di bilancio dei giorni trascorsi, vediamo quali sono stati i nostri sbagli e ci impegniamo a migliorare, a non commettere gli stessi errori. Magari vorremmo essere più risoluti, più coraggiosi, oppure meno egoisti, meno accondiscendenti. Ci piacerebbe assomigliare a quel cugino che con grande decisione ha deciso di cambiare vita e andare a cercar fortuna all’estero, o magari vorremmo essere saggi come la nonna, che sa sempre cosa fare. Bene, vi proponiamo una riflessione: sono proprio utili questi buoni propositi? Ci spingono davvero a migliorare o ci fanno solo vedere i nostri presunti sbagli? Ecco quale potrebbe essere a nostro avviso una buona abitudine: riconoscere le proprie qualità, i punti di forza e le abilità, e magari riproporsi di accettare le proprie mancanze senza giudizio. Nessuno è perfetto, e spesso e volentieri siamo noi i giudici più severi dei nostri errori. Ecco quindi il nostro proposito: accettarci di più, giudicarci di meno! Miglioriamo nel riconoscere le capacità, invece di sottolineare le mancanze! Buon Anno a tutti, che sia ricco di amore per sé stessi e per gli altri!

Con affetto dal team di NeuroImpronta: Psicologia e Neuropsicologia --- Trento e Cles

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